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Preziosissimo Sangue di Gesù


1 LUGLIO

PREZIOSISSIMO SANGUE

DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

(Solennità)


Apoc. 5, 9-10 - O Signore, ci hai redendo col tuo Sangue, noi di ogni tribú, e lingua, e popolo, e nazione: e hai fatto di noi un regno pel nostro Dio.  Sal. 88, 2 - Le misericordie del Signore vanterò in eterno: di generazione in generazione la mia bocca annunzierà la tua verità.   Apoc. 5, 9-10 - O Signore, ci hai redento…







Giov. 19, 30-35 -
In quel tempo: Gesú, quando ebbe preso l’aceto, disse: È consumato! E chinato il capo rese lo spirito. Allora i Giudei, dato che era la Parasceve, affinché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato, chiesero a Pilato che si rompessero loro le gambe e fossero tolti. Vennero quindi i soldati, e ruppero le gambe ai due che erano stato crocifissi con lui. Ma giunti da Gesú, videro che era già morto, e non gli ruppero le gambe, ma uno dei soldati gli aperse il fianco con la lancia, e súbito ne uscí sangue e acqua. E chi vide lo attesta: e la sua testimonianza è vera.

Giov. I, 5, 6 e 7-8 – 
Questi è colui che è venuto con l’acqua e col sangue: Gesù Cristo; non solo con l’acqua, ma con l’acqua e col sangue. Tre sono che rendono testimonianza in cielo: il Padre, il Verbo e lo Spirito Santo: e questi tre sono uno. E tre sono che rendono testimonianza in terra: lo Spirito, l’acqua e il sangue: e questi tre sono uno.


dal Missale Romanum a.D. 1962 promulgatum
e traduzione italiana delle letture secondo
la traduzione proposta dalle CEI

dal sito: http://www.maranatha.it


Il Sangue, è descritto nella Bibbia come un importante elemento della vita.
"La vita di una creatura risiede nel sangue" (Levitico 17,11). E' soprattutto in questo versetto biblico che si può comprendere l'assoluta importanza che questo liquido comporta nella vita sia degli esseri umani che degli animali.

L'Antico Testamento si sofferma diverse volte sull'argomento del sangue, ribadendone la preziosità. Dio Padre comanda di non versare il sangue, cioè di non spargerlo inutilmente con gli assassinii, di non berlo e di non mangiare carni animali che contengano ancora residui di sangue; perchè il sangue è vita, il sangue è sacro. (Deuteronomio 12,23).
Ed è all'importanza del sangue nell'Antico Testamento, che si affianca l'importanza del sangue Divino di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana: Gesù. Il Sangue di Cristo è la più grande e perfetta rivelazione dell'Amore del Padre Celeste e la sua effusione vivificante è sorgente della Chiesa, che continuamente rinasce nutrendosi del Sangue Divino, e, attraverso di essa, è riscatto per l'uomo peccatore a cui viene donata la salvezza.

La vita spirituale trova un insostituibile alimento nel Sangue di Cristo, vero fulcro del cuore, della vita e della missione della Chiesa. Gesù stesso, nell'Ultima Cena, dà importanza rilevante al Sangue, che è simbolo della Redenzione. Anche San Paolo nelle sue lettere parla con devozione del Riscatto umano dal peccato, che è avvenuto tramite la morte di Gesù, il quale ha tanto amato gli uomini fino a versare il suo Prezioso Sangue.

Dal punto di vista storico si può dire che già anticamente era viva la devozione al Preziosissimo Sangue. Dopo un lungo periodo nel corso del quale questa devozione non venne più praticata, il Sangue di Cristo cominciò nuovamente ad essere adorato nella prima metà dell'ottocento, attorno a una presunta reliquia della Passione che si conservava nella Basilica di S. Nicola in Carcere (oggi S. Giuseppe a Capo le case).
L'iniziatore, fu un pio sacerdote, poi vescovo, don Francesco Albertini, promotore di una Confraternita intitolata appunto al Preziosissimo Sangue, nel cui seno si formarono grandi spiriti che ne proseguirono e ne diffusero la devozione.

Tra gli altri propagatori di questa devozione, brillano i nomi di S.Gaspare del Bufalo, fondatore dei Missionari del Preziosissimo Sangue, e di S. Maria De Mattias, che fondò le Suore Adoratrici del Sangue di Cristo. In tutta Italia e anche nel mondo, sorsero diversi Istituti femminili dedicati al Sangue di Cristo, come le Suore del Preziosissimo Sangue, fondate a Monza da Madre Maria Matilde Bucchi, le Figlie della Carità del Prezioso Sangue, fondate a Pagani (SA) da don Tommaso Fusco. E ai nostri giorni altre congregazioni presero vita a Honk Kong, in Sudafrica e negli USA.

Nel 1822, S. Gaspare presentò istanza alla Santa Sede per ottenere il "Nulla osta" per la celebrazione della festa del Preziosissimo Sangue. La Sacra Congregazione dei Riti Religiosi, concesse di celebrarla la prima domenica di luglio, ma solo all'interno della congregazione di S. Gaspare.

Pio IX la fissò al primo luglio, e Pio XI la elevò a rito doppio di prima classe nell'aprile 1934, a ricordo del XIX centenario della Redenzione.

Paolo VI poi, abbinò questa festa a quella del Corpus Domini, creando però malcontento tra i devoti e gli istituti religiosi dedicati al Sangue di Cristo. Ricevuti in udienza i devoti e gli istituti, il Papa volle chiarire il significato di tale abbinamento, ribadendo la sua intenzione di non degradare in nessun modo la devozione al Sangue.
Il Santo Padre concesse ugualmente il diritto di celebrare la festa il primo luglio, con liturgia di solennità.



dal sito: http://www.santiebeati.it

«Tesoro preziosissimo, incomparabile sono le stille del Sangue di Cristo», dice San Bonaventura. Michelangelo, sul braccio della croce d’una delle sue meravigliose Pietà, scrisse: «Non si pensa quanto costa».
Dalla meditazione assidua sulla Passione di Cristo nasce l’amore a quel Sangue preziosissimo che, versato goccia a goccia fino alla feccia, ha operato la nostra Redenzione. La verità della croce, e del Sangue che la bagna, dà alla vita spirituale di ogni cristiano, e alla vita religiosa in particolare, un carattere sacrificale, come partecipazione all’immolazione che Cristo fece di Sé sul Calvario.
Il Crocifisso, che nelle chiese deve occupare un posto centrale, non solo ricorda che in noi c’è il peccato e che occorre espiarlo, ma ci dice anche che quel peccato è stato lavato, cioè redento. Secondo la mirabile espressione di Sant’Agostino, «Cristo col suo Sangue s’è comprato l’universo». Santa Caterina cercava con ansia di spingere le anime verso la croce e il Sangue del divin Redentore: «Se vedi la croce, attendi anche quel che sgorga»; «Chi ne beve ne vive, chi non ne beve ne muore».
Il Sangue di Cristo dà inizio ad una storia nuova, nella quale gli uomini, cessati gli antichi sacrifici, vengono incorporati nell’unica eterna oblazione di Cristo. Con la partecipazione dei fedeli al Sacrificio della croce, che si rinnova misticamente sugli altari, essi non solo ricevono i frutti della Redenzione, ma son chiamati a partecipare al mistero di quel divin Sangue. Occorre infatti – come dice San Paolo – completare nella propria carne ciò che manca ai patimenti di Cristo (cf. Col l,24). Se la Redenzione di Cristo è già perfetta e completa, essa attende quella parte che ciascun fedele è chiamato a dare per partecipare attivamente ad essa. «Che cosa manca alla Passione di Cristo?», si chiedeva il Cardinal Biffi. «Manco io», rispondeva, ossia la mia attiva partecipazione ad essa che si realizza con la mia perfetta conformità al divin Crocifisso.
Quando Dio chiama a questa “partecipazione”, talvolta anche cruenta, l’anima deve rispondere sempre con slancio irrefrenabile come i Santi che avevano una sete inestinguibile di soffrire per l’Amato.
Ecco come scrive Santa Caterina, amante tra le più appassionate del Preziosissimo Sangue, al giovane Sacerdote domenicano Padre Ranieri: «...io Caterina... scrivo nel Prezioso Sangue suo. L’arbore della croce sia trapiantato nel cuore e nell’anima vostra. Conformatevi al Cristo crocifisso, nascondetevi nelle piaghe di Cristo crocifisso, inebriatevi e vestitevi di Cristo crocifisso; come dice Paolo, gloriatevi nella croce di Cristo crocifisso, satollatevi di obbrobri, di vergogna e vituperi, sostenendoli per amore di Cristo Crocifisso. Conficcatevi il cuore e l’affetto in croce con Cristo; perocché la croce ne è fatta nave e porto che vi conduce a porto di salute; i chiodi si sono fatti chiave per aprire il reame del cielo».
La vita spirituale è alimentata dal Sangue di Cristo. Ancora Santa Caterina scriveva con parole brucianti: «Nel Sangue troviamo la fonte della misericordia; nel Sangue la clemenzia; nel Sangue il fuoco; nel Sangue la pietà; nel Sangue è fatta la giustizia delle colpe nostre; nel Sangue saziata la misericordia; nel Sangue si dissolve la durizia nostra; nel Sangue le cose amare diventano dolci; e li grandi pesi leggeri. Rallegratevi nel Sangue, bagnatevi nel Sangue, doletevi di voi nel Sangue. Crescete e fortificatevi nel Sangue, perdete la debolezza e cecità vostra nel Sangue dell’immortale Agnello, vestitevi del Sangue, inebriatevi del Sangue, annegatevi nel Sangue di Gesù Cristo crocifisso, saziatevi nel Sangue».
È nella Chiesa, nata dal Sangue di Cristo, che circola questo Sangue per la vita dei suoi figli. È lei la madre dei Ministri, che consacrano il Sangue sugli altari, e dei Santi che se ne nutrono. «Il sangue ha una voce sonora – scriveva Sant’Ambrogio alla sorella –, che dalla terra raggiunge il Cielo». Il Sangue di Cristo è dunque la linfa che alimenta la vita dei Santi. Costoro più lo amano e più ne sentono la brama e lo invocano: «Sangue di Cristo, inebriami!», perché «il Sangue di Cristo – dice Sant’Agostino – inebria la mente affinché dimentichi l’amore del mondo».
Le grandi anime, che vivono la santa follia della croce, sono avide del Corpo di Cristo e del suo Sangue, ossia del prezzo della nostra Redenzione che è moneta d’amore inesauribile.