Ucraina e Parrocchia di Maccio

Aggiornato a: venerdì 1 marzo 2024

Ucraina

Nuova partenza viaggio umanitario: 15 – 24 marzo 2024

ANNO NUOVO IN SALITA: UCRAINA ANCORA SOTTO LE BOMBE

Padre Ihor Boyko ci scrive: “Nessun posto è sicuro ma il bene vincerà”

Sono tornate a farsi sentire le sirene a Leopoli, l’area più a ovest dell’Ucraina, quindi più lontana dal Donbass. In questi mesi era stata risparmiata dai bombardamenti, ed invece un nuovo e massiccio attacco russo, con diversi ordigni, droni e missili, ha provocato vari danni. Da Leopoli la testimonianza del rettore del seminario greco-cattolico p. Ihor Boyko, nostro amico, che noi di Maccio conosciamo bene:

“Eravamo tornati ad una vita praticamente normale – racconta p.Ihor – ma tutto è cambiato pochi giorni fa, alla fine del mese di dicembre. Non tanto lontano dal seminario alcune esplosioni hanno distrutto diciotto grandi edifici, due scuole e un asilo. Pure a Capodanno diversi centri abitati sono stati attaccati e si calcolano ulteriori danni e altre vittime. Tutto ciò porta anche un po’ di paura, perché non c’è più nessun posto sicuro. Questa mattina, nella regione della capitale e a Kharkiv un centinaio di missili hanno colpito infrastrutture critiche, strutture civili, industriali e militari. Sono stupito perché, allo stesso tempo, vedo anche tanta solidarietà, 14 persone sono arrivate dall’Italia il primo del nuovo anno per offrire sostegno, e non posso che esprimere gratitudine verso tutti gli italiani che vengono e che sicuramente hanno paura e preoccupano i loro parenti quando fanno questi viaggi umanitari in Ucraina, ma nonostante tutto la loro presenza è importante. C’è paura, non c’è tanta sicurezza perché i missili arrivano, ma i nostri militari e la nostra controffensiva cercano in qualsiasi modo di abbattere i droni che volano sulle città e che a volte colpiscono edifici civili, scuole, asili, musei, università, che non sono punti strategici di guerra, non sono basi militari, tali attacchi sono solo delle modalità per umiliare il popolo ucraino da parte russa, che non riesce a prevalere militarmente. Questa mattina, nel seminario di Leopoli è arrivato anche un gruppo di giovani spagnoli. Apprezziamo molto questa presenza degli italiani, degli spagnoli e di altre persone insieme con noi. Veramente, c’è un grande pianto del popolo ucraino, ma noi siamo convinti che in questi due anni abbiamo visto veramente la benedizione e la protezione del Signore che è con noi. E’ importante che il mondo capisca il male fatto in Ucraina e che faccia di tutto per poter fermare questo male, convinto che il bene vincerà”.  (p. Ihor Boyko).

Condivido con voi la risposta che ho subito inviato a padre Ihor:

di don Gigi

Ciao padre Ihor, vorrei augurarti un ‘buon anno’, come si usa fare in questi giorni, ma già vedo che sarà un anno che inizia in salita…. Ho letto tutto il tuo racconto con interesse, ma anche con indignazione, quella che gli stati occidentali – forse- non provano più perchè da noi purtroppo ci si abitua a tutto e anche alla guerra “degli altri” (Ucraina, Gaza, Yemen, Africa…) e questo è profondamente ingiusto perchè fa male tanto quanto le bombe che cadono su di voi… Vi siamo vicini! Vi confermiamo la nostra amicizia e solidarietà, perchè è radicata in Cristo! Pensiamo agli inermi, alle persone che non c’entrano nulla e che sono trattati come obiettivi militari, pensiamo alle famiglie e alle persone deboli, ai bambini, anziani, malati… Pensiamo alla piccola comunità di Volochiv, con cui abbiamo condiviso qualche scambio di saluti e di riconoscimenti poco prima di Natale, a come stanno i loro bambini…. Pensiamo a tutti voi! il male non può vincere, …e se riuscirà a vincere su questa terra, non potrà vincere in eterno. Coraggio! Preghiamo per voi!

Padre Igor, dall’Ucraina, ha parlato di Maccio ad Olena, che ha risposto con questo messaggio per noi:

“Gloria a Gesù Cristo! I fedeli della Parrocchia dell’Annunciazione della Beata Vergine di Zolochiv ringraziano i benefattori provenienti dall’Italia, che già per la seconda volta ci visitano e ci sostengono. Siamo molto toccati dalla gentilezza e dal sacrificio che vediamo e sentiamo dai nostri amici italiani. Questo è un esempio di vera imitazione di Cristo, che amava aiutare, si sacrificava per le persone. “Abbiamo sperimentato l’amore di nostro Signore e ora vogliamo condividerlo con tutti coloro che ne hanno bisogno”, dice Luca. E le sue parole sono confermate dalle azioni di bontà e misericordia. Preghiamo insieme per la pace e per i vostri cuori”.

Diario Ucraina

La 23 esima missione di Frontiere di Pace a Kharhiv si è conclusa con il rientro dei nostri due volontari Luca e Marco.

Ecco alcune loro riflessioni:

Ieri mi chiedevo quali fossero tutte le differenze sostanziali tra il vivere qui rispetto “a casa”. Pensavo che la costante condizione di poter essere colpiti (se stessi e i propri cari) i dai bombardamenti ogni giorno, ad ogni ora, è nettamente percepibile nei discorsi di tutti, ad ogni ora. Per quanto ho colto, mi parso che questo porti a vivere con molto realismo e intensità, ogni cosa. L’ oggi, il momento,  sono più importanti del futuro…incerto e che non dipende da noi… questo potremmo dire che vale per tutti, come possibilità ma quando si parla di citta e villaggi sotto i bombardamenti ad ogni ora, tutti i giorni, da 20 mesi, la differenza tra le nostre e le loro probabilità cambiano nettamente e la fine di questa sofferenza non ci è ancora data di sapere.

Guardare quei volti che ricevevano gli aiuti che abbiamo raccolto, che sono stati donati da persone sconosciute a migliaia di km, …vedere persone normali, esattamente come quelle che incontreremmo per strada fuori casa nostra, vederle ringraziarci commosse per un pacchetto di pasta o poco più, dentro un sacchetto destinato a loro e ai loro figli, fa guardare diversamente le cose anche a me e spero che questo sguardo mi resti. Quei volti pare che mi dicano: “quando sei felice, facci caso…”

A Zavody, un piccolo villaggio di circa 500 abitanti, abbiamo potuto vedere di persona la disperazione di coloro che attualmente lo popolano, che sono solo circa 50. Zavody, villaggio senza alcun interesse strategico, è stato occupato da aprile 2022 e liberato nel settembre dello stesso anno. Il villaggio si trovava sulla linea del fronte e per ben nove volte è stato conteso tra i soldati russi e ucraini.
I continui bombardamenti hanno causato la morte di diverse persone.
Dell’intero paese, solo una ventina di case sono ancora utilizzabili, le altre sono state distrutte da mortai e razzi russi o incendiate. Gli animali delle piccole fattorie, come mucche, maiali, pecore e galline, sono stati uccisi o fatti fuggire dagli occupanti. I campi non possono essere coltivati perché sono stati minati dai russi.

La presenza di campi incolti ha portato a una proliferazione di topi. Le persone si arrangiano come possono per sopravvivere. Un contadino ci ha mostrato come abbia protetto il poco grano raccolto mettendolo nei contenitori che un tempo contenevano i grandi proiettili di mortai e razzi sparati dai russi. Solo dallo scorso mese sono stati collegati alla rete elettrica. Sono grati per la nostra visita e molti si sono commossi fino alle lacrime. Si sentono meno soli e dimenticati ora, e ci hanno pregato di non scordarli e di tornare.

Ieri mattina a Zolochiv, un piccolo paesino rurale a 8 km dal confine russo, abbiamo incontrato per la seconda volta una piccola comunità greco cattolica. Nata da poco più di un anno, poche famiglie riunite attorno a Olena, un medico pediatra catechista;  dal mese di luglio, un sacerdote, Padre Mykola, arriva da Poltava (140 km)per celebrare la Messa domenicale.
I numeri sono modesti, 7-8 famiglie e tanti bambini, con un grande desiderio di condividere la vita e la propria fede, in un luogo di incontro e di riferimento.
Un locale (15/20mq) dentro un piccolo edificio da poco “ristrutturato” è stato adibito a cappella e il secondo piccolo locale a spazio comune per catechismo, oratorio, ….
È una realtà vivace e gioiosa, guardata con sorpresa e attenzione dagli altri abitanti di Zolochiv, un piccolo albero che sta crescendo pur in assenza di risorse…
D’accordo con Padre Ihor, abbiamo lasciato 200 euro.

Suona anche in questo momento la sirena, per ricordare che ci sono dei missili e dei bombardamenti in atto sulla zona, quindi occorre andare nei rifugi fino a quando sin riterrà che saranno terminati.
Stamattina alle 7.00 abbiamo visitato la chiesa di san Demetrio in kharkiv,  dove raccolgono cibo per i villaggi attaccati e devastati dai russi, poi liberati dove la gente prova a tornare, ma è difficile ripartire nella fatica della poverta che fino a prima dell invasione era sostenibile per come erano riusciti a organizzarsi (cibo, casa, lavoro, auto, ecc) ma quando le case sono state colpite duramente, dei familiari sono stati arrestati, uccisi o richiesti al fronte, in tanti da soli non ce la fanno… ci sono anche donne che portano il cibo si militari arrivando fino al fronte, portano dri vestiti usati per potersi cambiare dopo lunghe settimane in trincea, altre che realizzano delle candele per scaldarsi (scatolette di latta per cibo, che invece di essere buttate vengono ordinatamente riempite di cera e di spago). Poi ci si siamo spostati verso il confine russo dove abbiamo incontrato una piccolissima comunità con molti bambini,  poi quella di Tsupivka.

Qui il confine russo è davvero vicino, e per arrivarci abbiamo dovuto chiedere l’autorizzazione all ultimo block post, per passare oltre e dopo una serie di verifiche fatte in uffici altrove, siamo passati. Entrati in questo villaggio ogni casa era stata duramente colpita, il lavoro di una o più vite,  buttato, comevla speranza di lasciare qualcosa ai propri figli. Un tempo gli abitanti erano 1.000, ora non arriviano a 100. Ecco, ci stavano aspettando sulla strada sterrata che attraversa il paese, davanti alla chiesa. Una chiesa colpita da una “racheta” , come chiamano qui i missili.

I russi hanno invitato una coppia, che si è trasferita là in mezzo a loro, circa 6 mesi prima dell invasione, senza legare con nessuno, ma raccogliendo informazioni su tutti e quando i carrarmati sono arrivati,  sapevano gia tutto di tutti.
I cellulari sono stati requisiti per chi diceva di non averlo, gli interrogatori con minacce e percosse, passavano ai suoi parenti piu stretti, interrogando anche i vicini e scansionando la memoria interna. Chi semplicemente non collaborava, oppure, aveva un parente arruolato, era arrestato. La scuola, il market, il parchetto giochi, ecc, tutto è stato colpito… con duri combattimenti sono stati liberati, passando mesi in cantina, con i russi sopra: da marzo a ottobre. Persone che erano benestanti,  nel loro ambito, si sono ritrovati con figli e genitori, senza nulla, dovendo chiedere tutto. Abbiamo dato cibo, abiti caldi, coperte invernali,  medicinali,  fiammiferi,… il gas e tornato dopo 2 mesi e la corrente manca ancora… ora sono stanco e mi si chiudono gli occhi, finirò domani.

Missioni di Pace. Le testimonianze dei viaggi:

Tutte le testimonianze delle missioni umanitarie, che si svolgono con la partecipazione attiva anche della nostra parrocchia di Maccio, sono gentilmente concesse da “Frontiere di Pace“. I volontari, che di volta in volta partono verso i paesi dell’Ucraina, ci raccontano la loro esperienza.

sito web. frontieredipace

Conosciamo  “Frontiere di Pace”:  sito web. frontieredipace;

Frontiere di Pace vuole svolgere missioni umanitarie e di pace “sul campo”, nelle situazioni di grave marginalità, povertà ed oppressione in cui popoli e gruppi umani si trovano a sopravvivere.

Missioni umanitarie perché ci preoccupiamo di fornire direttamente con i nostri mezzi e i nostri volontari i beni di prima necessità (cibo, medicinali, vestiti ed attrezzature varie, ecc.) che necessitano le persone in situazioni di emergenza. Programmiamo anche interventi post emergenza (es. “Un tetto per Kharkiv”).

Missioni di pace perché ci mettiamo il corpo (non solo la faccia), trasportiamo il nostro corpo direttamente sul campo, per comunicare tramite il corpo con le persone che incontriamo, per trasmettere solidarietà e vicinanza con il corpo, spezzare l’esclusione e l’isolamento dei corpi e per incorporare sensazioni, fatiche ed emozioni.
Raccogliamo le testimonianze, facciamo parlare le vittime, trasmettiamo alle nostre comunità le sensazioni ed emozioni che abbiamo incorporato raccontando le vittime con le loro parole.

Il nostro è un punto di vista interno vicino all’esperienza delle vittime. Pensiamo la pace ed il dialogo a partire dal punto di vista aderente all’esperienza delle vittime e alla nostra esperienza incorporata.

Alcuni articoli delle Missioni svolte da “Frontiere di Pace”:
“Frontiere di Pace” racconta l’assurdità della guerra. (di Nicola Gini)
leggi l’articolo a questo link: frontieredipace.wordpress.com

Cosa sta facendo la Parrocchia di Maccio:

UCRAINA, 4 novembre 2023
da “Frontiere di Pace”:

Incontrare significa conoscere, approfondire, memorizzare volti e nomi, luoghi e storie. Incontrare persone, villaggi, città. Marco Bernasconi:A Zavody, un piccolo villaggio di circa 500 abitanti, abbiamo potuto vedere di persona la disperazione di coloro che attualmente lo popolano, che sono solo circa 50. Zavody, villaggio senza alcun interesse strategico, è stato occupato da aprile 2022 e liberato nel settembre dello stesso anno. Il villaggio si trovava sulla linea del fronte e per ben nove volte è stato conteso tra soldati russi e ucraini.

I continui bombardamenti hanno causato la morte di diverse persone.

Dell’intero paese, solo una ventina di case sono ancora utilizzabili, le altre sono state distrutte da mortai e razzi russi o incendiate. Gli animali delle piccole fattorie, come mucche, maiali, pecore e galline, sono stati uccisi o fatti fuggire dagli occupanti. I campi non possono essere coltivati perché sono stati minati dai russi. La presenza di campi incolti ha portato a una proliferazione di topi. Le persone si arrangiano come possono per sopravvivere. Un contadino ci ha mostrato come abbia protetto il poco grano raccolto mettendolo nei contenitori che un tempo contenevano i grandi proiettili di mortai e razzi sparati dai russi. Solo dallo scorso mese sono stati collegati alla rete elettrica. Sono grati per la nostra visita e molti si sono commossi fino alle lacrime. Si sentono meno soli e dimenticati ora, e ci hanno pregato di non scordarli e di tornare”.

3 Novembre 2023
da “Frontiere di Pace”:

A fine giornata, dopo la tappa e la preghiera alla fossa comune di Izjum, dopo i continui incontri con la gente che resiste e attende giustizia, la riflessione di Luca Trippetti: “Suona anche in questo momento la sirena, per ricordare che ci sono dei missili e dei bombardamenti in atto sulla zona.

Stamattina alle 7 abbiamo visitato la chiesa di San Demetrio in Kharkiv, dove raccolgono cibo per i villaggi attaccati e devastati dai russi, poi liberati, dove la gente prova a tornare, ma è difficile ripartire nella fatica della povertà. Le case sono state colpite duramente, familiari arrestati, uccisi o richiesti al fronte, in tanti da soli non ce la fanno… Ci sono anche donne che portano il cibo ai militari, portano vestiti usati, altre che realizzano candele per scaldarsi (scatolette di latta per cibo, ordinatamente riempite di cera e di spago). Poi ci siamo spostati verso il confine russo: abbiamo incontrato una piccolissima comunità con molti bambini, poi quella di Tsupivka.

Qui il confine russo è davvero vicino, per arrivarci abbiamo dovuto chiedere l’autorizzazione all’ultimo block post. Ogni casa duramente colpita, il lavoro di una o più vite, buttato. Un tempo gli abitanti erano 1.000, ora non arrivano a 100. Ci stavano aspettando sulla strada sterrata che attraversa il paese, davanti alla chiesa. Una chiesa colpita da una “raketa”, come chiamano qui i missili.

I russi hanno invitato una coppia, che si è trasferita là in mezzo a loro, circa 6 mesi prima dell’invasione, ma raccogliendo informazioni su tutti e quando i carri armati sono arrivati, sapevano già tutto di tutti.

I cellulari sono stati requisiti, per chi diceva di non averlo gli interrogatori con minacce e percosse. Chi semplicemente non collaborava, oppure aveva un parente arruolato, era arrestato. La scuola, il market, il parchetto giochi, etc, tutto è stato colpito… Con duri combattimenti sono stati liberati, passando mesi in cantina, con i russi sopra: da marzo a ottobre. Abbiamo dato cibo, abiti caldi, coperte invernali, medicinali, fiammiferi… Il gas è tornato dopo 2 mesi e la corrente manca ancora…”.

2 Novembre 2023
da “Frontiere di Pace”:

Giorni che corrono veloci, pensieri che Luca Trippetti e Marco riescono a esplicitare quando si fa sera. C’è tanto da dire, anche un grande grazie a tutti coloro che hanno contribuito (ad esempio partecipando alla lotteria) ai nostri tre progetti di ricostruzione a Izjum: ieri consegnato l’apparecchio per la misurazione della pressione dell’occhio, all’ospedale di Izjum. La sequenza di emozioni è notevole: l’associazione Emmaus, la casa distrutta di Valentina in cui il marito è stato ucciso da un missile, la chiesa di padre Pietro in ristrutturazione. E sempre grazie a Ihor Boyko e Sestra Olexia, nostri fondamentali punti di riferimento e compagni di viaggio.

30 ottobre 2023
da “Frontiere di Pace”:

Arrivati a Kharkiv ieri sera: dopo l’ennesima notte con le sirene attive, stamattina sveglia presto per le operazioni di scarico del bilico con 15 tonnellate di aiuti umanitari.

26 Ottobre 2023: 

La ventitreesima missione umanitaria in Ucraina di “Frontiere di pace” è partita con un altro bilico con aiuti umanitari  per raggiungere Kharkiv . Dall’oratorio di Maccio sono partiti anche Luca Trippetti e Marco che consegneranno, in città e villaggi ucraini, generi alimentari, beni di prima necessità, anche magliette da calcio, giocattoli e un olivo da piantare in Ucraina. Il viaggio è abbinato a un nostro nuovo carico di 15 tonnellate di aiuti umanitari, con un bilico partito nei giorni scorsi. Accompagnamo i volontari di “Frontiere di Pace” con la nostra preghiera, seguendo la nuova missione umanitaria che i volontari  stanno portando a compimento, anche per tutti noi.
da : Frontiere di Pace
frontieredipace – Website

Mercoledì 23 agosto 2023: Partenza

Nuova missione umanitaria verso l’ Ucraina, in partenza dalla parrocchia di Maccio:

(In Ucraina)

Tre furgoni, 25 quintali di cibo, farmaci, prodotti di prima necessità: la ventunesima missione umanitaria di Frontiere di pace, insieme alla Parrocchia di Maccio e di Rebbio, è diretta a Lviv, Kharkiv e Izjum.  (Ringraziamo Giambattista e gli altri 8 volontari della nostra Parrocchia di Maccio e di Frontiere di Pace per ciò che stanno facendo e per averci raccontato cosa sta succedendo in questo paese martoriato dalla guerra. La loro Parrocchia li segue nella preghiera e nella vicinanza: Vito Cantore, Emanuele Roncoroni, Emanuele Borgonovo, Laura Pini, Giambattista Mosa, Carmelo pellicano’, Donato Antonio Lucarelli, Nicola Gini e Franco Cappelletti.

Un grazie a Giambattista, anche per le sue fotografie.

Leggi scorrendo la pagina tutta la narrazione e le testimonianze della missione.

Sabato 2 settembre 2023: Rientro
Testimonianza di Giambattista Mosa:

Sabato 26 agosto scorso, con Frontiere di Pace eravamo a Kostantinivka, nella regione del Donetsk, insieme a padre Ihor Boyko , Sestra Olexia e l’ amico Claun il Pimpa. Grazie a lui e con lui, attimi meravigliosi di serenità regalati a bambini e adulti, in una piccola sala sede di una associazione ucraina che cura l’evacuazione dei civili in fuga dal fronte e li accoglie per qualche giorno.
Attimi di pace e bellezza, momenti di speranza, che permettono di vedere oltre, ciò che costantemente udivamo in modo insistente e ostinato: i bombardamenti continui, sordi e senza tregua. E noi, ostinatamente, insieme ai bambini a vivere attimi di gioia e spensieratezza.

Non ingenuità, ma preludio di ciò che dovrà essere. Oggi, 11 giorni dopo, più forte dell’ intelligenza della gioia, dell’ intelligenza dei sorrisi, dell’ intelligenza della solidarietà, delle grida dei bambini, della dolcezza della musica e della delicatezza delle bolle di sapone, esplode la violenza oscena e ottusa di chi ha lanciato i razzi, il fragore dei bombardamenti, la puzza di bruciato, la disperazione dei sopravvissuti: colpito il mercato della stessa città, di Kostantinivka, 16 morti. Un agguato a tradimento, nel luogo dove la gente di reca a comprare il cibo.
I nostri pensieri ai bambini e le persone incontrate; il coraggio di opporre alla violenza turpe, alla volontà di separazione e del dilagare della paura, la bellezza dei sorrisi, della solidarietà, dello stare insieme, dell’alleanza con questo popolo sempre martoriato.

Grazie Мирослава Пузанова e Dima, giovani forti, che ci avete accompagnato, il vostro coraggio, la vostra determinazione con il vostro sorriso forte, ci siano da guida nelle nostre missioni.

Mercoledì 30 agosto 2023
Testimonianza di Giambattista Mosa:

L’ultima volta che sono stato a Kharhiv e Izjum con Ihor Boyko e Sestra Olexia , era il mese di febbraio, ripassando per questi stessi luoghi in questi giorni, le differenze che si notano permettono di costruire una piccola storia.

Izjum sembra sempre la stessa, ma è molto più viva ora, con la gente e qualche attività che timidamente riapre, qualche bar e negozio; Kharhiv è trafficata e si ritorna a fare qualche coda rispetto all’ agosto scorso, desolata e spettrale, e febbraio di quest’anno. La vita cerca di ripartire malgrado le ferite ancora evidenti e le minacce sempre attuali delle sirene e dei bombardamenti. Il fronte incalza, ma da qualche parte bisogna costruire la speranza. Piccoli cantieri aperti nelle città.

Frontiere di Pace da parte sua, collabora nella ricostruzione di una piccola cappella a Izjum nella chiesa del Santo Martire Yuri, guidata da padre Pietro Maika (2000€, parte del contributo della Caritas diocesana di Como); vogliamo anche, acquistare una attrezzatura specialistica per l’ ospedale di Izjum, dove abbiamo avuto un incontro con i responsabili e abbiamo collaborato alla biblioteca, sempre a Izjum, del Claun il Pimpa . Sono tutti piccoli segni di speranza.

Si prova a ripartire anche dai segni che fanno bene alla vista e al cuore. Fiori nei giardini, e nel giardino di Valentina; aiuole fiorite nella piazza di Izjum; fiori sulla tomba di Roman rimasto 6 mesi sotto le macerie di un bombardamento, prima di essere recuperato dal fratello e seppellito nel giardino della mamma Irina, staccionate dipinte a nuovo, con uccelli e fiori, nella sua casa; nuove pitture, un cuore e una candela, sui palazzi sventrati a Izjum, dove a febbraio non c’era nulla; tazze con “be happy”, posizionate alle finestre delle stanze devastate.

Mani colme di speranza hanno modificato delicatamente i luoghi visitati a febbraio: dipinti, fiori, scritte, musica nella piazza di Izjum.
Tutto serve per ricolmare di speranza ed abbellire i luoghi devastati. Non è speranza ingenua e facile. È speranza ostinata e concreta di chi sa, che, la minaccia del fronte che avanza è concreta; di chi sa, che, ci vorranno anni per ricostruire paesi, palazzi e ponti, di chi, come Leonid sa, che la propria azienda agricola di 15.000.000 di mq non è ricoperta di girasoli fioriti ma da erbacce dure ed alte sotto le quali ci sono le mine e vede il suo grano bruciare.

Fiori, contro immense distese di campi incolti; fiori, sulle tombe e nelle piazze; sorrisi di chi ha passato sei mesi in un buco sotto terra, come Anatoli; di chi ha insegnato nella scuola, come Natalia , e ci riporta a rivedere le sue aule nella sua scuola, distrutta; il sorriso e la determinazione forte di Irina che ha la tomba fiorita del figlio Roman in giardino, i russi le hanno imbrattato di scritte la sua casa, hanno osato scrivere “gloria alla Russia”.

Si riparte dal male e si costruisce ostinatamente il bene. Questa gente fa così. Ci insegna questa strada non a parole ma con la loro vita. I giardini fioriti coltivano la speranza e il bene.

 
 


Martedì 29 agosto 2023

Testimonianza di Giambattista Mosa:

Martedì 29 agosto 2023. – Durante questa missione con Frontiere di Pace insieme a padre Ihor Boyko e suor Sestra Olexia sperimentiamo la vicinanza, la prossimità della vita e della morte; il bene e il male si toccano e si frequentano. Ieri, 28 agosto abbiamo visitato le fosse comuni di Izjum, nella pineta, 449 i resti ritrovati, non tutti identificati, degli ucraini, civili e militari torturati dalle forze di occupazione russe; abbiamo distribuito sacchetti con i viveri nel villaggio di Studenok, gioia ed abbracci, pur in una situazione difficilissima, un paese senza lavoro e scuola vicino al fronte; a Ivanchukivka abbiamo giocato con i ragazzi a “bandiera”, attimi di puro divertimento, consegnato quattro computer donati dalla Caritas diocesana di Como ; il sindaco e la moglie hanno i due figli maggiori 27 e 20 anni al fronte, la moglie piangeva; lungo la strada carri armati e militari ovunque;  l’altro ieri il 27 abbiamo distribuito pacchi viveri a Virnopyl, un paese distrutto dai bombardamenti senza luce e gas con la scuola distrutta;

campi minati ovunque, impossibile lavorarli; la cena a casa di Julia con la sua bambina Veronika e i genitori Nina e Vasiliy, una serata bellissima di condivisione attraversata dagli innumerevoli brindisi al rafano che rafforzano amicizia, condivisione e motivazioni. Julia ci ha augurato che mai ci capiti ciò che è capitato a loro, ci augura ogni bene, ci ritiene amici veri. Dormiamo nella cantina umida di Andri dove sono stati ospitati e rifugiati più di 50 persone; ovunque distruzioni, ponti abbattuti, militari e carri armati in movimento, in lontananza esplosioni e sirene che urlano.
Continuamente durante la giornata morte e vita si affrontano, speranza e disperazione si guardano, si strizzano l occhio, familiarizzano tra di loro.
Qui a Izjum, Donbass, Kharhiv è così, stretti ed intrecciati sono la speranza, la voglia di vita, insieme alle testimonianze delle violenze inaudite, palazzi sventrati , truppe in movimento, campi minati, villaggi semi deserti e senza futuro; la situazione reale e futuro sperato si affrontano in un duello senza tregua.

Come pensare a questo conflitto, questa contraddizione?

Questa contraddizione non è pensabile, non è “buona da pensare”, ma è “buona da vivere”, anche se difficile. L’unica cosa possibile è vivere il conflitto e la contraddizione , con fiducia e ostinazione per portare ogni giornata ed ogni momento, ogni situazione verso il bene. Queste sono situazioni, sono giornate, “buone da vivere”, non “buone da pensare”.

Prima la vita vissuta e sperimentata, dopo la vita pensata e razionalizzata. Questo è ciò che la gente di qui ostinatamente e amorevolmente ci insegna. Vita vissuta, dentro il bene e il male, per tirare fuori il bene. Sempre.

 

 

   

   

Lunedì 28 agosto 2023:
Frontiere di Pace:

Le scuole: il fiore all’occhiello delle comunità rurali ucraine che abbiamo visitato. Domenica pomeriggio 27 agosto, a Virnopilla: la scuola, come ogni casa, è stata devastata dai bombardamenti e dai tank. Così la guerra divora il presente e anche il futuro delle nuove generazioni, che non hanno più un luogo dove apprendere, sperimentare e socializzare. A questa comunità abbiamo consegnato sacchetti con razioni di cibo, cappellini, palloni e dolci.

Lunedì mattina 28 agosto, a Ivanchukirka: una minuscola biblioteca, una sala teatro utilizzata anche come chiesa, la palestra dove 60 bambini e ragazzi ucraini hanno giocato insieme a noi, ricevendo infine giocattoli, dolci, cappellino e la nostra amicizia. La fortuna – se così può essere definita – di questa comunità, composta da sei villaggi? Quando l’esercito russo l’ha occupata, nei primi giorni dell’invasione su larga scala, la gente ha subìto furti di ogni genere da parte dei soldati russi, ma la consolazione è che gli edifici sono stati “risparmiati” dai bombardamenti.

Lunedì pomeriggio 28 agosto, a Studenok: un altro villaggio che puoi raggiungere zigzagando per evitare buche (il passaggio dei tank ha compromesso asfalto e sterrato), rispettando l’esplicita richiesta di chi ci accompagna (non avvicinarsi ai cespugli a lato della carreggiata perché i campi sono minati). Anche qui un’altra scuola fantasma, colpita e danneggiata dall’occupazione russa: i soldati russi l’hanno trasformata in una loro base operativa. Tutto è fermo e non si sa quando l’edificio potrà essere sistemato. Una delle conseguenze della guerra è il restare sospesi nel tempo: la scuola non riaprirà e nessuno, nemmeno il sindaco di questa comunità, sa dare certezze. Nella giornata di lunedì abbiamo raggiunto il bosco dove è stata scoperta una fossa comune, a Izjum: 449 persone uccise, civili e militari. Serve tempo per meditare ciò che abbiamo visto.

Domenica 27 agosto 2023
Testimonianza di Giambattista Mosa:

Domenica 27 agosto 2023. – A Kramatorsk, Kostiantinvka, nell’ Oblast di Doniezk insieme a Marco Rodari clown Pimpa e a Izjum nella biblioteca del Claun il Pimpa con Frontiere di Pace Ihor Boyko e Sestra Olexia. Mentre fuori urlano le sirene e a distanza si susseguono i bombardamenti e i colpi di artiglieria; qui con i bambini e gli adulti, rapiti dalle magie del Pimpa, si respirano e si toccano  gioia e speranza.
“Una voglia di gioia travolgente che esplode e tutto travolge, anche la paura”.

Grazie Claun il Pimpa; Frontiere di Pace, travolto da questa gioia, la vuole sostenere e coltivare, con i progetti a Izjum, la biblioteca a Izjum e le missioni umanitarie.

 

Venerdì 25 agosto 2023
Testimonianza di Giambattista Mosa:

Stasera a Kharkiv a casa di Наталія Борзова con i volontari di Frontiere di Pace e padre Ihor Boyko e suor Sestra Olexia.

La pace nasce qui, dall’ accoglienza e dall’ ospitalità di Natalia. Qui, nella convivialità della tavola, si rafforzano i legami e l’amicizia tra di noi. Qui, tra un brindisi e l’altro, che dicono la nostra voglia di stare insieme, per la gente che ha bisogno, pensiamo ai progetti di solidarietà. Qui costruiamo relazioni, fondamenta della pace. Qui coltiviamo emozioni. Stasera, qui, mentre le sirene suonavano, abbiamo programmato i nostri prossimi giorni nella città di Izjum. Saranno giorni di vicinanza, incontri, relazioni, solidarietà, alleanza e amicizia con la gente oppressa dalla violenza della guerra. Siamo qui, con tutti i benefattori, che aiutandoci hanno a cuore queste persone.

Giovedì 24 agosto 2023
Testimonianza di Giambattista Mosa:

L’viv (Leopoli), dopo 27 ore di viaggio siamo finalmente nel seminario di padre Ihor Boyko. Pomeriggio di riposo e sera di convivialità; grazie come sempre, alla grandissima accoglienza di padre Ihor; nel pomeriggio facciamo anche un po’ di spesa pensando ai bambini che incontreremo nei villaggi, intorno alla città di Izjum, nell’ Oblast di Kharkiv. Domani mattina partenza per Kharkiv arrivo previsto in serata verso le 21. Vogliamo essere insieme ai nostri amici che là ci aspettano; questa la nostra missione, la missione di Frontiere di Pace: solidarietà, amicizia e vicinanza. Portiamo la solidarietà concreta e ringraziamo tutti i benefattori ed enti che continuano a sostenerci.

da Frontiere di Pace: giovedì 24 agosto:

L’accoglienza a L’viv, nel giorno di festa dell’indipendenza ucraina, è il riconoscersi amici nella giustizia di una pace che è diritto, rispetto, convivialità, trama profonda di parole e azioni.  @igorboiko96 perché ci aspetta sempre nella consapevolezza di un percorso all’insegna della condivisione reciproca. Grazie a @p_andreas81 per la fraterna amicizia. Domani direzione Kharkiv. Grazie a tutti i benefattori, ad aziende e donatori che sostengono le missioni umanitarie e di pace in Ucraina, alla Caritas diocesana di Como, a don Gigi Zuffellato e alla comunità parrocchiale di Maccio, al Comune di Villa Guardia e a sindaci, amministratori e associazioni del territorio per il loro sostegno, a don Giusto Della Valle e al coordinamento di Rebbio, da subito fulcro delle azioni di solidarietà per la popolazione ucraina oppressa dalla guerra“.

Mercoledì 23 agosto 2023: partenza 

Nuova missione umanitaria in Ucraina dalla parrocchia di Maccio:
Tre furgoni, 25 quintali di cibo, farmaci, prodotti di prima necessità.

La ventunesima missione umanitaria di Frontiere di pace, insieme alla Parrocchia di Maccio e di Rebbio, è diretta a Lviv, Kharkiv e Izjum. 

Domenica 9 luglio 2023:

Padre Ihor Boyko: ospite a Maccio  venerdì 7 luglio 2023
Rettore del seminario di Leopoli e nostro amico e corrispondente dall’Ucraina.

Eccoci insieme presso l’episcopio a Como per una breve visita al nostro vescovo Oscar. Padre Ihor Boyko è rettore del seminario greco cattolico di Lviv (Ucraina); è il referente e la guida sicura che permette alle missioni umanitarie che da più di un anno partono dalla parrocchia di Maccio e di Rebbio, guidate dal gruppo di volontari “Frontiere di Pace” di raggiungere le città di Kharkiv e Kherson e le comunità circostanti a cui vengono portati aiuti umanitari.

In un anno le missioni umanitarie hanno trasportato 60.000 kg di cibo, vestiti e medicinali. Con padre Ihor abbiamo parlato della situazione sul campo in Ucraina, programmato nuove missioni e nuovi progetti anche di ricostruzione, coinvolgendo le nostre comunità che con immensa generosità, fino ad oggi si sono alleate con le vittime della guerra.

di don Gigi:    ANCORA UCRAINA!…

DOMENICA 02 LUGLIO 2023

Sì, ancora Ucraina… perché anche se l’attenzione sociale e mediatica si è un po’ stancata, a chi tocca tenere vivo il dramma umanitario che purtroppo è ancora in corso? La recente visita del card. Zuppi a Mosca ha rinfrancato il cuore degli “operatori di pace” e ha rinfrescato la coscienza dei potenti nel tentativo diplomatico di provare di nuovo a fare qualcosa….

A noi di Maccio e di ‘Frontiere di Pace’ sta a cuore quella fetta di terra martoriata perché abbiamo avuto numerosi contatti ed incontrato moltissime storie, persone, volti, esseri umani, …fratelli!… Quando altri spedivano scatoloni, noi avevamo scelto di incontrare le persone: questa è stata la nostra scelta iniziale. E’ dunque comprensibile quando per gli altri sono finiti gli scatoloni da spedire, era finita la loro missione; ma non per noi, che continuavamo a mantenere legami e relazioni allacciate, da Leopoli a Khyarkiv a Kherson e Izium. Ecco la differenza; non siamo migliori di altri, siamo solo persone che vogliono continuare a sostenere e a non far sentire sole chi abbiamo conosciuto e apprezzato in questi mesi di guerra e resistenza. Non facciamo il tifo di nessuno se non per la pace e il riconoscimento della giustizia –da entrambe le parti, se ce ne fosse bisogno di esplicitare– sapendo così di continuare a fare la nostra parte, ispirati da quello che il buon senso umano e il Vangelo ci suggerisce.

Lotteria pro Ucraina

Sappiamo che le risorse si sono affievolite, ma non per questo dobbiamo darci per finiti! Per finanziare i prossimi mesi che verranno abbiamo preparato una lotteria con diversi premi gentilmente offerti da vari enti commerciali che ci hanno sostenuto (costo del biglietto € 2); aiutateci voi stessi a diffonderla coi contatti che avete: abbiamo l’estate davanti per farlo! L’estrazione sarà il 17 settembre in villa all’Isola che c’è.

 

Inquadra il qr code con i premi della Lotteria pro-Ucraina!
Estrazione: Domenica 17 Settembre in villa c/o stand dell’ IsolaCheC’è

ANCHE IN ALLEGATO pdf. TROVATE I PREMI DELLA LOTTERIA.

Una nuova partenza per l’Ucraina:

SABATO 17 GIUGNO 2023

CONTINUA LA RACCOLTA PRESSO LA SEDE ASS. ”INCONTRO”:

Viveri a lunga conservazione: sugo pomodoro, pelati, tonno in scatola, farina, olio; pasta, carne e legumi in scatola; zucchero, sale, biscotti e merendine, caffè liofilizzato, the, succhi di frutta, omogeneizzati o cibo per bambini, latte a lunga conservazione o in polvere…

Raccogliamo offerte in denaro per sostenere le spese di viaggio:

Parrocchia/Carità:
IT23O0306909606100000124028
specificando causale Ucraina

oppure
con carta di credito su:
GoFundMe: https//gofundme.com/frontieredipace

https://frontieredipace.wordpress.com

Il nostro impegno per l’Ucraina:

E’ da un po’ di tempo che non ne parliamo, ma tutti sappiamo che l’emergenza continua e i nostri contatti con gli amici ucraini non si sono mai fermati!

Venerdì 12/5 c’è stata la diretta di TV 2000 dalla nostra chiesetta.

Sabato 13/5 la partenza del 18° viaggio umanitario

con due equipaggi di Frontiere di Pace” (questo il nome che ci siamo dati), in collaborazione con le parrocchie di Maccio e di Rebbio, con padre Ihor Boyko rettore del seminario di Leopoli),  con destinazione presso il monastero greco cattolico di San Volodymyr in Kherson. In questa missione porteremo cibo alla popolazione della città e lettini per l’ospedale cittadino.

SI PROSEGUE CON UN VIAGGIO AL MESE…. 

In futuro il nostro obiettivo è di portare aiuti diretti nelle città dell’est vicino al fronte (Kharkiv, Izjum e Kherson), raccogliendo le testimonianze della gente incontrata, collaborando con la chiesa  greco cattolica ucraina.

I suoi rappresentanti sono ormai nostri amici fidati: padre Ihor Boyko; il vescovo Vasyly Tychapets per la chiesa di san Nicola Taumaturgo a Kharkiv, il vescovo Ihor Isichenko della chiesa di san Demetrio a Kharkiv; l’abate greco cattolico padre Ignaty Moskalyuk del monastero di san Volodymyr a Kherson, e suor Oleksia Pohranytchnal priora delle suore greco cattoliche a Kharkiv.

Un viaggio al mese in Ucraina

“a sostegno della popolazione”

Scarica il pdf. in allegato

Ucraina_2023_mag_07

COSA FA LA PARROCCHIA:

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