Santuario della SS. Trinità Misericordia Maccio di Villa Guardia (CO)
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NOVENA alla SSTM in preparazione alla Domenica della Divina Misericordia

Invito alla Preghiera – Pasqua 2020

 

NOVENA

ALLA SANTISSIMA TRINITA’ MISERICORDIA

in preparazione alla domenica della Divina Misericordia

dal VENERDI’ SANTO alla Domenica della Misericordia


E’ possibile che le singole persone, gruppi e comunità parrocchiali vivano la “novena” che prepara alla Domenica della Divina Misericordia. Inizia il Venerdì Santo e continua fino al sabato della settimana seguente. Lasciarci coinvolgere dall’unico grande dono che si è compiuto nell’Incarnazione, Passione,  Morte e Risurrezione del Signore ci aiuterà a comprendere ancor di più quanto celebriamo nella solenne liturgia del Triduo pasquale e della settimana di Pasqua.

La novena è un crescendo nella contemplazione del dono immenso della Misericordia che si abbassa a noi e, nell’Incarnazione del Figlio, tutto dona e, in Cristo morto e risorto per noi, innalza la creatura verso Dio.

L’adorazione alla Trinità Misericordia nasce dalla vittoria del Figlio dell’uomo che ha detto sì a Dio fino in fondo: nel sì del Figlio la Misericordia ha reso possibile la nuova creazione, che è la Risurrezione.

In continuità con questo, si inserisce l‘adorazione della Santissima Trinità Misericordia nella Domenica della Divina Misericordia. Se la solennità più grande “di Dio per l’uomo” è la Santissima Pasqua, il rendimento  di grazie più alto “dell’uomo per Dio” è nella domenica dopo la Pasqua.

Adoriamo Dio, che nella sua essenza è Trinità Misericordia, da cui tutto è scaturito.  La Pasqua è il dono di Dio per l’uomo, mentre contemplare e adorare è il dono dell’uomo per Dio. Con Cristo noi adoriamo il Padre nella luce dello Spirito. Grazie  a Cristo, che è nel seno della Misericordia, possiamo adorare il Padre in spirito e verità.


Contenuti delle preghiere alla Santissima Trinità Misericordia:
l’unità dei misteri della nostra salvezza
 

•  L’Incarnazione, la Passione, la Morte e la Risurrezione sono insieme l’unica opera della redenzione, come la Supplica ci ricorda.

•  È quanto Gesù ha provato più volte a dire ai suoi discepoli prima della Passione, ad esempio quando scendeva dal monte Tabor e, dopo la Risurrezione, ai discepoli di Emmaus, ai quali spiegò tutto quello che nelle Scritture riguardava lui “fin dall’inizio”.

•  Egli ha istituito la Chiesa prima di vivere la Passione, la Morte e la Risurrezione e l’ha resa già compartecipe di tutto prima che tutto si compisse, in funzione dell’annuncio: una volta che tutto si fosse compiuto, una volta che l’avesse resa edotta del dono pasquale, ancor di più dopo il rinnegamento di Pietro, la Chiesa poteva diventare veramente annunciatrice.

•  La meditazione della Passione di Cristo non deve restare chiusa nell’ottica della sofferenza, perché tutta la Passione è per la gioia, poiché ha prodotto il grande dono della Pasqua, cioè la Risurrezione, la vita nuova in Cristo per ognuno di noi.

•  Dio è venuto a portarci la gioia: dobbiamo guardare in profondità la croce. Se non fosse così Dio avrebbe condiviso una sofferenza senza speranza; invece lì c’è la speranza che salva, la “Spe salvi” di cui ci ha parlato Benedetto XVI nella sua enciclica, la speranza in cui noi siamo salvati.


NOVENA ALLA SANTISSIMA TRINITA’ MISERICORDIA

 

Ci si introduce con il testo di ogni giorno (riportato sotto),

poi seguono queste preghiere:

 

Padre nostro

Mio Signore e mio Dio, per il dono della Tua Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione, contemplo, adoro e prego:

Santissima Trinità Misericordia infinita
io confido e spero in Te

Gloria …


Preghiera di Contemplazione alla Trinità
 

Santissima Trinità, Misericordia infinita,

io confido e spero in Te!

Santissima Trinità, Misericordia infinita,

nella Luce impenetrabile del Padre che ama e che crea;

Santissima Trinità, Misericordia infinita,

nel Volto del Figlio che è Parola che si dona;

Santissima Trinità, Misericordia infinita,

nel Fuoco bruciante dello Spirito che dà vita.

Santissima Trinità, Misericordia infinita,

io confido e spero in Te!

Tu, che ti sei donata tutta a me,

fa’ che io mi doni tutto a Te:

rendimi testimone del Tuo amore,

in Cristo mio Fratello, mio Redentore e mio Re.

Santissima Trinità, Misericordia infinita,

io confido e spero in Te!

per quelle persone per cui nessuno prega più.



Si può aggiungere la Preghiera all’Immacolata: 

Santissima Trinità, Misericordia infinita,

noi ti adoriamo, noi ti benediciamo, noi ti lodiamo

per il dono immenso della Beata Vergine Maria,

Figlia del Padre, Madre del Figlio, Sposa dello Spirito.

Vergine Immacolata, Dono della Misericordia:

intercedi per noi!

Madre della Chiesa: proteggila!

Vergine potente contro il male: difendila!

Santissima Trinità, Misericordia infinita,

noi ti adoriamo, noi ti benediciamo, noi ti lodiamo.

Madre della Misericordia, Dono della Santissima Trinità,

guidaci all’incontro col Verbo che si dona,

col Padre che ci ama e nel Verbo a noi discende,

all’incontro con lo Spirito

che da Essi a noi è donato e per Essi in noi prega.

Santissima Trinità, Misericordia infinita,

noi ti adoriamo, noi ti benediciamo, noi ti lodiamo.

 

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Venerdì Santo: Passione di nostro Signore Gesù Cristo

La Redenzione è per tutti, come ci ricorda  la preghiera universale nell’azione liturgica del Venerdì Santo. Però entrare nel dono della misericordia è strettamente personale: ognuno di noi è chiamato a dire il suo sì, accompagnato dalla  orazione della comunità. Questo è il senso della preghiera “Ti prego per tutti i miei fratelli, anche per quelli per cui nessuno prega più”. La preghiera comunitaria della Chiesa sulla terra e della Chiesa dei santi che è già in Dio è importante, perché il cuore dei fratelli si possa aprire, anche il cuore di quelli che ancora si tengono chiusi alla misericordia.

Io confido e spero in te” non è mai preghiera angosciata. Significa:  “In questa speranza io sono sicuro: sono rinato nel Figlio dell’uomo, che è risorto dai morti e che, nell’essere Dio, ha portato la mia stessa vita nel cuore stesso della Trinità”.


Sabato Santo: il giorno del silenzio

In questo giorno, il Sabato Santo, il Signore ha accolto nel suo cuore tutti quelli che, anche prima della sua morte, avevano sperato in lui. Li ha tratti fuori da quel buio di morte in cui paradossalmente il male pensava di aver vinto. Il Signore Gesù, che si è fidato fino alla morte in croce, è al centro della storia umana e tutto convoglia a se: ciò che era prima e ciò che sarà.

È il sabato del silenzio, perché “il re dorme”. Lo lasciamo solo a dormire senza vegliare con lui? Poiché c’è grande silenzio possiamo conoscere quello che il Signore ha fatto per noi, e possiamo ancora di più dire “Per il dono della tua Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione”… perché il Cristo ha condiviso anche il silenzio della morte con noi.

Questa preghiera ci fa capire che, di fronte al silenzio di Gesù Cristo, noi possiamo adorare, lodare e contemplare Gesù che ha condiviso la paura più grande per tutti noi: la paura della morte. Tu, Gesù, eri in silenzio e a me permetti ora di contemplarti nell’opera della tua misericordia. Non è il silenzio di Dio, ma l’irrompere più grande di Dio, che sopporta per noi il silenzio della morte. La  Chiesa si prostra con gioia davanti a quell’altare su cui Gesù sta ed è morto e contempla questo silenzio, meravigliata e stupita, dicendo “tu che sei il verbo della vita, tu che sei spirito che dà vita, tu che sei il creatore della vita… sei nel silenzio, in una tomba”. Noi sappiamo che nell’agire e nel sì di quell’uomo come noi in cui il Verbo si è incarnato, domani canteremo le lodi della sua vittoria sul peccato. Quale meraviglia per tutta la chiesa!


Pasqua: Luca, 24,13-35

Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come lo avevano riconosciuto nello spezzare il pane”.

Se il Signore non avesse condiviso la sua vita e la sua morte con noi, ci sarebbe potuta essere la Pasqua? No. Per questo bisogna stare attenti a non vedere i giorni della passione con sofferenza e sconcerto, perché con la Pasqua essi assumono il loro vero valore. Nell’opera della Misericordia, e quindi nell’opera della Redenzione, nulla dell’agire di Dio può essere scisso, perché tutto era già presente nell’unico disegno, che è l’amore che Dio nutre per noi, è la libertà di cui ci ha fatto partecipi, è la verità.

Il Signore chiede di riconoscerlo nel dono più grande che Lui, prima ancora che tutto si compisse, ha lasciato alle mani della Chiesa: L’Eucarestia. Che cos’è l’Eucarestia, se non il mistero della redenzione? Per il dono della tua Incarnazione, della tua Passione, della tua Morte, e della tua Risurrezione noi siamo salvati. Le cataratte dell’acqua che sgorga dal tempio di Dio,  attraverso il fianco squarciato del Figlio dell’uomo morto sulla croce, arrivano nel suo sì a qualunque uomo. L’Eucaristia è il dono di Gesù che si è offerto per tutti, ed è il dono della Divina Misericordia per l’uomo.


Lunedì di Pasqua: Matteo, 28,8-15

Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”.

Rivolto sempre alla sua Chiesa, attraverso la semplicità di queste donne, il Signore ci precede sempre sulla strada che tutti dobbiamo percorrere, è lì che ci aspetta, ma questo non significa che egli non cammini con noi; cammina e si fa vedere nei segni nel tempo; quando arriviamo al punto in cui lui ci ha dato appuntamento, siamo sicuri che egli si lascia trovare.


Martedì di Pasqua: Giovanni 20, 11-18

Donna, perché piangi? Chi cerchi?”

Il Signore non si fa riconoscere? No, siamo noi, talmente ripiegati sul dolore, incapaci di riconoscere lui, accanto a noi, che cammina con noi nei segni e nel tempo. Gli apostoli non lo riconoscevano, ma questo è il dono grande di cui un giorno saremo partecipi tutti: il nostro corpo glorioso sarà rivestito della luce immensa di Dio ed egli sarà talmente tutto in noi che noi risplenderemo di quella luce. E saremo irriconoscibili”.


Mercoledì di Pasqua: Luca 24, 13-35

Resta con noi…

Ancora una volta la libertà: Gesù fece come se dovesse andare più avanti. Ai due discepoli aveva spiegato tutto, aveva già donato qualcosa che ardeva nel loro cuore, mancava l’unica cosa: spezzare il pane, cioè condividere la vita con lui.


Giovedì di Pasqua: Luca 24, 35-48

Di questo voi sarete testimoni…

Gesù, prima della Passione, ha reso compartecipe la Chiesa del dono si se stesso, al quale quei “dodici già sacerdoti” dissero di “sì”, in quel momento inconsapevoli. “Sì” sotto quella croce che non capivano, e poi “sì” come spettatori della Risurrezione e poi “sì” quando sarebbero stati annunciatori, testimoni di questa cosa, alla quale il Signore li aveva preparati prima.


Venerdì di Pasqua: Giovanni 21, 1-14

Venite a mangiare”.

Gesù li invita a mangiare. È  lui che offre il pranzo, perché li vede impauriti, come quando noi siamo scoraggiati. Il Signore ci chiama, dice: “Venite qua, io ci sono, sono con voi e qualche volta mi faccio vedere”.


Sabato di Pasqua: Marco 16,9-15

Gli undici non avevano creduto a quelli che l’avevano visto risorto”.

Alla Chiesa ha dato il compito di discernere e di ammaestrare; mai di impedire a Dio di parlare ancora… Lo videro risorto sempre prima gli altri e poi i suoi prescelti,  ai quali, pure, lui aveva dato tanti segni e tanti insegnamenti sul mistero del Figlio dell’uomo. Questo la Chiesa non lo deve mai dimenticare. È chiamata a lasciarsi meravigliare da Dio, nella saggezza e nella prudenza, nel suo essere madre e maestra, sempre umile e docile alla voce del Signore che parla e il cui Spirito soffia sempre dove vuole. Mai chiudere il cuore, per non diventare come quelli che sapevano tutto e non seppero riconoscere quel tempo!